Albo 2024
Valentina Sola è docente presso il Dipartimento di Fiscia dell’Università di Torino e studia la fisica delle interazioni fondamentali agli acceleratori di particelle. In particolare, lavora alla ricerca e allo sviluppo di sensori innovativi al silicio per misure precise di posizione e tempo, da utilizzare per l’aggiornamento dell’esperimento Compact Muon Solenoid per la presa dati al futuro High Luminosity Large Hadron Collider al CERN di Ginevra. Attualmente, è Principal Investigator del progetto ERC Consolidator Grant CompleX, per sviluppare sensori al silicio 4D che possano operare in ambienti ad altissima radiazione, come si prevede saranno gli acceleratori di particelle del futuro, per rendere possibile la ricerca e le scoperte scientifiche ai futuri esperimenti ad altissima energia ed altissima intensità.
Alice Romagnoli è una ricercatrice in biologia molecolare presso l'Università Politecnica delle Marche. Laureata con lode nel 2015, ha conseguito il dottorato di ricerca nel 2019. Ha svolto attività di ricerca presso il Max Perutz Labs di Vienna, l’Università degli Studi di Milano e la Columbia University di New York. Il progetto G-sense riguarda lo sviluppo di biosensori a transistor a effetto di campo in grafene per rilevare virus e biomolecole di interesse diagnostico. Concepito durante la pandemia di Covid-19, il sistema si basa sull'interazione specifica tra un biorecettore legato al grafene e molecole target, come il recettore ACE2 e la proteina spike del SARS-CoV-2, per generare un segnale elettrico rapido e sensibile. Grazie alla sua versatilità, il biosensore può essere applicato per la diagnosi precoce del cancro, tramite rilevazione di vescicole extracellulari da campioni di biopsia liquida, e per il monitoraggio di inquinanti ambientali. L’integrazione con sistemi di intelligenza artificiale sta ottimizzando l’accuratezza delle misurazioni.
Veronica Vighetto una ricercatrice (RTDA) presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologia Applicata del Politecnico di Torino. È co-inventrice del brevetto “Metodo ed apparato per immagine di contrasto in sonoluminescenza assistita da nanoparticelle in ambito medico diagnostico, in particolare oncologico”. Il metodo brevettato a livello nazionale e internazionale sfrutta il fenomeno fisico della sonoluminescenza, cioè la creazione di luce a seguito dell’irraggiamento con ultrasuoni di mezzo acquoso, per la creazione di un’immagine. Tale fenomeno viene aumentato e reso significativo dalla presenza di nanoparticelle a base di ossido di zinco, che aumentano la soluzione e la specificità dell’immagine, essendo esse maggiormente internalizzate in cellule tumorali rispetto alla controparte sana. Questo metodo di imaging innovativo trova la sua più importante applicazione dell’ambito della diagnostica precoce, che ad oggi rappresenta una delle strategie principali con la quale ridurre il rischio di morte dovuto al cancro.
Sonia Visentin, è professore di chimica farmaceutica presso l’Università di Torino ed è co-fondatrice della start up Bac3Gel (Lisbona) che sviluppa modelli in vitro di muco brevettati. Il focus della sua ricerca si è concentrato sulla mucosa sia come barriera per il trasporto dei farmaci sia come fonte di nuove molecole bioattive. In collaborazione con PoliMI e UniPV, ha brevettato la nanotecnologia innovativa NanoMug basata sull’utilizzo di mucine e capace di targettizare diversi microorganismi (batteri, virus e funghi) e contestualmente rilasciare farmaci antimicrobici direttamente nel sito dell’infezione. La tecnologia NanoMug è risultata tra i vincitori della challenge Switch2Product, programma di empowerment imprenditoriale. La tecnologia NanoMug ha ottenuto diversi finanziamenti nazionali ed internazionali e nel 2024 il finanziamento PoC-Transition della Fondazione Compagnia di San Paolo che dovrebbe permettere di raggiungere risultati concreti in un’ottica di trasferimento tecnologico dal laboratorio al mercato con la costituzione di una nuovo spin-off accademico.
Barbara Richichi: professore associato presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze, la sua ricerca è incentrata sullo sviluppo di nuove terapie di precisione che tengano conto del ruolo di biomolecole chiamate glicani nell’insorgenza e proliferazione del cancro. Il trovato rientra nell’ambito dello sviluppo di tecnologie innovative per applicazioni nella nanomedicina di precisione. Componente principale è la cellulosa che viene trasformata attraverso un processo robusto e riproducibile in un nanomateriale che può essere programmato con il caricamento controllato di multipli componenti bioattivi e funzionali. Business case: l’uso nella radioterapia in oncologia. La nanocellulosa viene caricata con un radiosensibilizzante e con molecole che ne consentono una localizzazione preferenziale nel tumore. Il suo uso consente sia di dimezzare la dose di radiazioni da utilizzare nei trattamenti radioterapici (garantendo lo stesso effetto antitumorale) e quindi di avere trattamenti più sicuri per i tessuti sani, sia di sensibilizzare tumori radioresistenti aumentando l’efficacia della terapia.
Emilia Migliano e` Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, Direttore UOSD Chirurgia Plastica ad Indirizzo Dermatologico e Rigenerativo - IRCCS Istituto San Gallicano-ISG in IFO ROMA dal 2018. Contact person di OECI Organization European Cancer Institutes per l’ISG.Rappresentante G9 Tumori Rari solidi dell’adulto in IFO nella rete Euracan. Il progetto proposto è originale perché riduce i danni nel sito di prelievo, consente una produzione di cute autologa direttamente sul paziente consentendo di ridurre i tempi operatori, il numero di interventi e i tempi di guarigione. I risultati clinici sono ottimi. Inoltre l’utilizzo su scaffold di derma artificiale di bovino o porcino è stata una innovativa applicazione nella chirurgia ricostruttiva.
Annalisa Ricci è una ricercatrice all’Università di Parma con la passione per il mondo dei microrganismi, organismi invisibili ma con un ruolo essenziale nelle nostre vite. Grazie alle loro capacità possono essere utilizzati nella valorizzazione di scarti di origine agro-alimentare contribuendo a un utilizzo più sostenibile delle risorse naturali. Proprio questo è lo scopo del progetto “Produzione di estratti antimicrobici da sottoprodotti vegetali fermentati” (brevetto n°102019000006815). Sfruttando la fermentazione lattica di scarti agro-industriali, composti con attività antimicrobica possono essere recuperati e impiegati come conservanti di origine naturale in prodotti alimentari e non solo. Il loro utilizzo porta quindi a un miglioramento della qualità e della sicurezza andando a inibire lo sviluppo di microrganismi potenzialmente dannosi per la salute o che possono portare al deterioramento dei prodotti alimentari.
Menzione Speciale Young Eco: Maria Castiglione.
Menzione Speciale Arte : Raffaella Perna.
Menzione Speciale Architettura : Maria Giovanna Pacifico.
Menzione Speciale alla Carriera : Annarosa Arcangeli.
Menzione Speciale per il Sostegno All’empowerment Femminile : Eleonora Spada.
Menzione Speciale per l’innovazione nei Materiali Green: Clara Cittarella.